Il ponte sullo Stretto tra Matteo Renzi e Virginia Raggi
Il titolo provocatorio di: “Il ponte sullo Stretto tra Matteo Renzi e Virginia Raggi” viene suggerito dai recenti eventi avvenuti sulla scena politica. Vi sono infatti due personaggi in un certo modo accomunati dal ponte sullo Stretto di Messina, tali personaggi sono proprio Renzi e la Raggi.
La strategia mediatica principale del Presidente del Consiglio Matteo Renzi è sempre stata quella di trovare o inventare dei “nemici perfetti”, contro i quali scagliarsi, confrontarsi e risaltare per contrasto.
Non sorprende quindi che, in vista del Referendum Costituzionale del 4 Dicembre, Matteo Renzi abbia trovato in Virginia Raggi e Massimo D’Alema esattamente i nemici “più perfetti possibile”.
Lo scontro con Massimo D’Alema serve a scopi interni del PD. Serve pubblicizzare al massimo un volto “antipatico” e “vecchio”, legato ai vecchi rituali che sia un proponente del “No al Referendum”. Questo far meglio risaltare il Renzi dell’ottimismo costruttivo, positivo ed “operativo senza rituali”.
Lo scontro con Virginia Raggi, invece, serve a segnare un confine chiarissimo tra l’operatività ostinatamente ottimista, costruttiva e vincente di Renzi contro l’incapacità, paralisi e pessimismo che Renzi addossa al Movimento 5 Stelle, massimo simbolo del “No al Referendum”. Il ponte sullo Stretto di Messina è un’ottimo escamotage.
Virginia Raggi, il Sindaco di Roma azzoppato dai suoi
Renzi ha un gioco molto facile. Infatti alcuni esponenti importanti del Movimento 5 Stelle sembrano lavorare attivamente a suo favore. Non passa giorno che non ci siano interferenze, sgambetti se non vero e proprio ostracismo nei confronti del Sindaco di Roma Virginia Raggi.
Virginia Raggi non è mai stata apprezzata dal ramo più movimentista del M5S. Lei è troppo “classica”, un po’ troppo di centro-destra (seppur il Movimento rifiuti ogni allineamento politico tradizionale) ed un po’ troppo “vissuta”. Ad alcuni non piace che l’avvocato Virginia Raggi abbia fatto pratica presso lo Studio Previti. Ad altri non piace la disinvoltura con cui lei accetta aiuto e consulenza di personaggi dal passato non “duro e puro”, tipo Marra o Muraro. Altri, infine, le rinfacciano una sorta di “Andreottismo”. Questo fa sì che diversi esponenti movimentisti sia del “mini direttorio”, che nazionali abbiano aspramente criticato la Raggi, le sue scelte, i suoi assessori e le sue politiche. Questo ha portato ad instabilità, a nomine e revoche a raffica al punto che ora si vedono candidati assessori, quali Tutino, che fanno spontaneamente un passo indietro perché sono stanchi del fuoco di sbarramento “amico”.
La situazione si è fatta così pesante, che Beppe Grillo ha dovuto mettere ordine di persona, sciogliere il mini-direttorio e chiedere che venisse concessa un po’ di pace a Virginia Raggi, sempre più vicina a diventare un’anatra zoppa nonostante si proclami la sua autorità ed indipendenza.
Tutta questa dinamica viene ovviamente fortemente capitalizzata ed enfatizzata dalle TV pesantemente filo-renziane e dalla miriade di conduttori filo-PD anche su emittenti private quali La7.
Aggiungiamo il fatto non secondario che la Raggi abbia ufficiamente fatto ritirare Roma dalla candidatura alle Olimpiadi.
Il combinato disposto di questi fatti ed eventi, fa sì che la Raggi ed il M5S risultino indeboliti ed “aggredibili” da Renzi.
Quindi lui li bolla come inconcludenti, sbiaditi, pessimisti, litigiosi, non costruttivi, senza progetti o programmi concreti.
Il Ponte di Renzi
Perché Renzi va a scomodare una cattedrale nel deserto tanto improbabile ed improponibile quale il ponte sullo Stretto di Messina?
Proprio perché lui ha un bisogno disperato di far vincere il “Sì al Referendum”. Solo oggi gli è stato inviato l’ennesimo avvertimento non bonario da parte di un lobbista importante, in questo caso De Benedetti.
Per fare da massimo contrasto con la sbandierata inconcludenza e mancanza d’ottimismo e propositività di Raggi e M5S, quale miglior trovata pubblicitaria se non spolverare LA più faraonica ed impegnative delle opere?
Renzi è convinto che questo lo metta su un piedistallo dove lui fa da contraltare ottimista, esecutivo, deciso, ambizioso… e tutto questo è gratis per lui (non per i contribuenti).
Infatti così come ha tirato fuori il mega-progetto dal cilindro del mago, ha già anche fatto accennare ai suoi uomini che no, non è veramente priorità super uno. Sta sbandierando il ponte ed usandolo come clava mediatica senza però un’impegno ufficiale. Non ha minimamente intenzione (né possibilità economica) di realizzarlo, sia chiaro. Tuttavia è un bel “trofeo potenziale” da mostrare a tutti, per far risaltare la sua capacità, positività e spinta decisionista.
Il tutto col massimo effetto scenico possibile, per far vedere che chi voterà sì al referendum è rappresentato dal Vincente, Positivo e Costruttivo, mentre chi vuol votare no al referendum è rappresentato da perdenti sconclusionati, incapaci di progetto e visione del futuro e da “vecchi rottamati della politica” (D’Alema).