Isole Canarie e Tenerife in ripresa nel 2015
Un’anno di sfide e lenta ripresa
Sono ormai circa tre anni da quando sono andato a vivere sull’Isola di Tenerife, nell’Arcipelago delle Isole Canarie.
Quando sono arrivato, la situazione era per molti versi diversa da quella dell’Italia che lasciavo, ma per altri era simile. E’ vero, qui a Tenerife si sentiva subito un “profumo” di civiltà, legalità, efficienza (nonostante ci sia ancora da fare!), di sicurezza che in Italia non percepivo ormai da vent’anni. C’erano e ci sono le stesse aziendine affacciate sulla “autopista” come le vedevo quando percorrevo la tangenziale di Milano Nord. Però la crisi c’era e mordeva forte. Dato che in Spagna in generale c’é stata una crisi legata anche allo scoppio della bolla della speculazione edilizia, si vedevano ovunque scheletri di case e palazzi incompiuti. C’era una sensibile deflazione dei prezzi, non solo degli immobili. Un appartamentino da 45mq (qui conosciuto col nome di “studio”) a 300m dal mare e con vista mare si poteva acquistare con 45.000 euro.
Poi però le cose hanno iniziato a cambiare. Lentamente e con tanto, ma tanto sacrificio di tutti, le cose sono migliorate. Dalla Spagna sono arrivati degli aiuti aggiuntivi anche grazie ad un pacchetto di leggi speciali (dal nome evocativo di “leggi d’emergenza temporanee”) che variavano alcuni aspetti, quali le aliquote fiscali, per un periodo limitato. Per la prima volta nella mia vita ho potuto vedere con i miei occhi una legge fiscale “temporanea”, che è davvero rimasta tale e le tasse incrementate davvero sono ritornate ai valori precedenti. Tra questi c’era anche l’imposta sul capital gain, che allo scadere della legge è tornato ad essere più conveniente di quella italiana.
Ad un certo punto, quasi d’incanto, sono riapparsi i muratori – tutti rigorosamente spagnoli – e le case sono in via di completamento. Le “varianti” della tangenziale sono tornate ad essere costruite, le auto ad essere acquistate (+20,5% su base annua) e così via. Lo stesso appartamentino sopra menzionato viene ora proposto a 77.000 euro.
I motivi della ripresa
Non sono un’economista, però ho notato alcuni punti che secondo me sono stati importanti per far ripartire Spagna, Isole Canarie e Tenerife meglio dell’Italia.
- Non si è andati “a cagnolino” dietro tutte le richieste malsane di Bruxelles. La Spagna ha chiesto ed ottenuto finanziamenti, prestiti, aiuti, senza far rumore, senza “sbattere pugni sul tavolo”. In Italia dicono che la Spagna ha sforato il 3% di rapporto debito / PIL, senza però far notare che il durissimo 3% non è stato applicato a tutti. Né Francia né Spagna dovevano scendere sotto il 4 e qualcosa percento. Non solo, la Spagna ha ottenuto dall’Italia più di 30 miliardi di euro in aiuti, più molti altri sommando gli altri Paesi principali dell’Unione Europea e tutto questo in modo ufficiale, senza alzare la voce. Ha anche potuto salvare delle banche, sempre senza particolari difficoltà. La differenza? Una classe politica che nonostante tutto, resta ancora di molto superiore a quella italiana e, soprattutto, non si è mai venduta agli interessi stranieri.
- La Spagna si è rifiutata di lasciar fallire e chiudere tante aziende come in Italia. Anche grazie agli aiuti di cui sopra, ha ottenuto di poter mettere “in letargo” l’industria invece di perderla in modo irreversibile. Ora che c’é un po’ di ripresa, è molto più facile riattivare ciò che c’é già sul territorio. Inoltre non ha svenduto gioielli di famiglia o marchi famosi. E’ tutto rimasto pronto ad essere riacceso.
- Le tasse sono enormemente inferiori. Anche senza parlare della fiscalità “da sogno” delle Isole Canarie e Tenerife, si parla sempre d’un’imposizione quasi della metà rispetto a quella italiana!
- La Spagna non ha importato milioni di lavoratori stranieri e non ha fatto un dumping salariale paragonabile a quello italiano. Tornata la ripresa, sono gli Spagnoli quelli che tornano a lavorare in cantiere ed in fabbrica.
- Non è stato fatto nulla di distruttivo quale la riforma Fornero. Il mercato del lavoro è asfittico ma non è anche devastato da un “parco anziani” costretto a lavorare fino a 65 anni e più. Non c’é quindi quella deviazione patologica che in Italia ha portato intere generazioni di giovani ad essere messe in lista d’attesa, sperando che il posto “si liberi” dai vecchietti segregati dalla Fornero.
- C’é più orgoglio nazionale e regionale. Odiano il “made in China”, i miei stuzzicadenti sono “made in Spain”, così come lo spazzolino da denti e l’aspirapolvere o altri articoli economici. Sembra un dettaglio, ma è tutta produzione che non è stata mai esternalizzata o delocalizzata, sono tutte aziende spagnole rimaste in terra spagnola.
C’é anche più rispetto per la propria cultura. Qui non si sognerebbero mai di sottostare ai diktat di gente venuta da fuori. Se le proprie usanze e tradizioni non piacciono, o se ne fanno una ragione o cambiano Paese. Qui non si usano inglesismi, anzi, come i Francesi, fanno un viso seccato se non provi nemmeno a parlare in Spagnolo ma invece parli in Inglese stile “conquistatore tra indigeni guardati dall’alto verso il basso”. - Il cittadino medio che ho incontrato qui, sta molto meno a parlare di politica e di “Stato” e molto più su fatti concreti e tangibili. Qui se la prendono se non fai il tratto di strada, non se non implementi l’ultimissimo diritto civile o altra cosa “fatta di fuffa”.
Fatti e non solo parole
In particolare nelle Isole Canarie e Tenerife, sono molto meno bravi a raccontare storie, anzi, sono graditi maggiormente coloro che realizzano dei fatti concreti. Anche sui loro quotidiani, le pagine di amenità politiche astratte e le polemiche sono normalmente una minima parte. C’é ovviamente lotta politica ma non è fatta a livello di “casta che narra sé stessa ed è autoreferenziale”. C’é un riscontro tra quanto detto e quanto fatto.
Mostro di seguito alcuni piccoli spezzoni che ho tratto dai numeri del 30 e 31 Dicembre di Diario de Avisos.
Vorrei far notare il diverso tenore delle notizie, il fatto che si riferiscano a cose tangibili, non raccontate e basta. Sempre per parlare di Isole Canarie e Tenerife, notizia di oggi: dopo nove anni, ritornano le assunzioni per gli infermieri. Fatto, non annuncio.
Non si parla di “zero virgola” di crescita come se fosse una gran vittoria. Invece ci sono queste notizie:
Attività di costruzione in Santa Cruz de Tenerife cresce del 40% dal 2013.
Forse qualcuno si ricorderà dei “piloni inclinati” ed altre vicissitudini capitate in Sicilia, con gran rimpallo di responsabilità, ANAS che parla di mancanza di fondi e non procede e così via.
Qui c’é l’approccio spagnolo (ed in genere, dei Paesi civili esteri) al problema: fessurazioni apparse in un tunnel della tangenziale / autostrada vengono riparate ad un costo per noi ridicolo (e non per via del costo della vita ma del minor rubare!) ed in anticipo! Quando mai leggerete di lavori edilizi pubblici, terminati in anticipo e con costi contenuti?
Aumento del turismo del 6% nel 2015 per Tenerife. Considerato che il 2014 era stato già un’anno eccezionale, questo dovrebbe far pensare. Tutto questo senza che Isole Canarie e Tenerife abbiano alcun monumento, opera artistica importante o altro. Semplicemente valorizzano ogni millimetro a disposizione. Un’isoletta di 80km di lunghezza attira una quantità di turisti incredibile e superiore a parecchie regioni italiane messe assieme!
Incremento delle vendite d’auto sia nuove che usate. Quelle nuove sono complessivamente cresciute del 20,5% in Spagna, quelle usate del 6%. Nelle Isole Canarie e Tenerife l’usato è ancora più importante (in molti non comprano auto nuove per fare pochi chilometri su un’isola) ed è cresciuto del 6,7%.
E, per finire in bellezza: il costo della vita, nonostante la ripresa, non diventa improponibile. Il rapporto tra costo di produzione e vendita resta costante e molto, molto inferiore che in Italia. Dal produttore agricolo al consumatore si parla d’un rapporto di 2,48. Ossia un prodotto pagato un’euro all’agricoltore costerà 2,48 euro al consumatore finale. Non solo, questo rapporto resta costante anche rispetto a quello degli anni passati nonostante la ripresa.
Come sembra questo bilancio 2015 delle Isole Canarie e Tenerife? E’ concreto, tangibile, chi vive qui lo può toccare con mano.