L’intervista al Ministro Gentiloni
Guerra in Ucraina: la Merkel e Hollande c’erano. Putin c’era. E gli altri? E le istituzioni?
Ormai è quasi passata una settimana da quando su Rai 3 è andata in onda un’intervista al Ministro degli Esteri Gentiloni. Il tema è attuale sotto tutti i punti di vista. C’é la guerra in Ucraina e c’é stata una vera maratona diplomatica che ha coinvolto Angela Merkel, Hollande e Putin.
L’intervista mostrava una Lucia Annunziata insolitamente incalzante nei confronti d’un ministro “amico”, che invece sembrava un pochino all’angolo. Infatti ha avuto il non invidiabile compito di spiegare perché quel tavolo avesse così pochi convitati.
I vertici in Formato Normandia
La spiegazione del ministro è stata molto “istituzionale”. Ha parlato di una consuetudine che ormai si è fatta tradizione: i vertici in “Formato Normandia” (Russia, Ucraina, Germania e Francia). Per cui a suo dire, è “normale” che solo i rappresentanti di tali nazioni s’incontrino ai vertici in queste circostanze.
Ma si è dimenticato di tre piccoli particolari:
- Già il nome fa capire che si tratti d’una tradizione quantomeno datata.
- La Storia o la si fa o la si subisce.
- La Storia la scrivono i vincitori.
Piccoli e grandi assenti
La realtà è che il Formato Normandia è una perifrasi di convenienza, per nascondere la polvere sotto il tappeto.
La realtà è che questa è stata una grandissima occasione per l’Europa, per mostrare al mondo che no, non è vero che sia solo un’entità fasulla creata da un gruppo di banche e comandata a bacchetta dalla Germania. Un’occasione di quelle che si presentano poche volte in un secolo. Un’occasione buttata via. Come tutti i grandi successi o fallimenti epocali, anche questa sconfitta è frutto d’una serie di fattori concomitanti.
Partiamo dal generale per per arrivare al particolare.
Se la Russia è il Grande Orso, ora l’America è il Piccolo Bradipo
Obama, il Presidente degli Stati Uniti più insipido della storia d’America. Non è nemmeno “solo” pavido, perché questo implicherebbe un suo qualsivoglia segno vitale. No, lui non respira nemmeno.
Ha mollato il mondo a sé stesso, nel momento del bisogno. Isis, emergenza ambientale, conflitti (nel passato recente) a Israele, presto guerra in Libia, guerra in Ucraina sono tutti grandi temi sui quali un’America auto-proclamatasi “custode del mondo” non si sarebbe mai tirata indietro sotto una presidenza almeno dignitosa. Invece si sono così ingessati e raggomitolati in postura fetale da doversi scusare per non aver mandato alcun rappresentante alla manifestazione del dopo attentato terroristico in Francia.
La storia ricorderà Obama per il solo lato positivo – peraltro non scelto né meritato – d’essere stato il primo presidente americano di colore. E basta.
L’America avrebbe potuto fare grandi cose per cambiare il decorso degli eventi in Ucraina, in un modo o nell’altro. Invece… niente. Ora sono quelli che nella migliore delle ipotesi mandano dei droni, perché impegnarsi può abbassare i numerini dell’indice di gradimento!
Se non altro la sua non presenza ha stimolato i Paesi più ottusi, quali il nostro, ad iniziare a pensare che forse un giorno non ci sarà Mamma America a salvarci dagli aggressori. Che forse occorre pensare ad una difesa, magari a livello europeo.
Europa, il sogno diventato incubo
Le parole del ministro erano poco convincenti, in quanto definizioni quali: “Formato Normandia” dovrebbero essere consegnate alla storia. Ora da Putin dovrebbe andarci un forte collettivo europeo, una delegazione con la “E” di Europa stampigliata sui polsini. L’unione tra banche chiamata Euro dovrebbe essere parte d’un idea (ed ideale) più grande, quello dell’Europa dei Popoli. L’unione tra banche non dovrebbe essere la sua sola caratteristica degna di nota. Invece l’Europa, nonostante la ricchezza ed importanza dei Paesi suoi costituenti, resta un nano politico, una potenza mai diventata atto.
Come ci ricorda solo oggi il buon Angelo Panebianco su un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, alla fine arriva il giorno del “redde rationem” (resa dei conti). Il non far e ottener niente alla fine farà grandissimi danni all’Europa.
L’Europa si è presentata al suo appuntamento con la Storia frammentata al suo interno, dominata ma non coordinata dalla Germania. Un coacervo d’interessi contrastanti che esprimono una debolezza complessiva disarmante e centrifuga.
Risultato: invece di presentarsi con un Presidente dell’Unione Europea, i “frammenti più significativi” sono quelli che si sono recati al cospetto di Zar Putin.
Italia, #stai serena
Parlando di frammenti più significativi, se c’é n’é stato uno che non lo è stato, certamente si parla dell’Italia. Membro Fondatore dell’Europa con appena terminati i sei mesi di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, finanziatore di tutti i piani più strampalati (tra cui sacrificarsi per migliorare le sorti finanziarie di Spagna e Grecia), la nazione in cui vi è la Roma Caput Mundi… ecco proprio quella nazione lì è meno che un nano politico. E’ un criceto bagnato.
Gli ultimi flebili vagiti di politica estera li abbiamo avuti con un Prodi tutto teso ad infilare l’Italia in Europa (costi quel che costi) e poi un Berlusconi che – seppur terribile in politica interna – ha un sesto senso per capire e trattare con dittatori e personaggi autoritari. Però si tratta comunque di capacità insufficienti. Alle fine dei conti, nonostante fossimo la quinta potenza mondiale, tutto quello che abbiamo ottenuto è di diventare degli “utili idioti” al servizio della Germania. Sempre in prima fila per sacrifici ed atti di generosità, veniamo poi relegati all’angolo appena è l’ora di capitalizzare su questi sforzi.
Immaginate anche solo per un istante una nazione vera, quale Israele o la Francia, avere i propri militari innocenti ancora nelle mani dell’India dopo anni e anni di nulla. No, non potete immaginarlo nemmeno per un instante, vero? Invece, per l’Italia, siamo ancora una volta di fronte a dei schiena-gobba che lasciano i nostri connazionali a marcire senza nemmeno un processo. E che si piegano e pagano i riscatti per i rapiti e quindi finanziano il terrorismo.
Mogherini chi?
Anche il governo attuale non è meno nano in politica estera dei precedenti. Il buon Renzi, amante della tecnologia e social networks, ha fatto un “copia incolla” delle piccole strategie che funzionano in Italia e l’ha applicata all’Europa. Quando abbiamo avuto la nostra grande occasione per presiedere l’Europa, ha quindi proceduto alla sua “espansione per mezzo d’occupazione di media e poltrone con propri uomini fedeli” standard.
In Italia questo basta e avanza, dopotutto l’Italia vive d’occupazione di amici ed amici degli amici, no?
Invece in Europa gli hanno concesso la poltroncina in finto velluto dove piazzare una sua rappresentante sconosciuta, e lo hanno “sterilizzato e contenuto” lì.
La poltroncina è tanto inutile che nemmeno per un’istante è venuto in mente ad alcuno di convocare il Ministro degli Esteri Europeo in carica Mogherini. Dopo tutto, che prestigio può avere un personaggio peraltro sconosciuto, “piazzato lì” da uno Stato che si è auto-ridotto alla serie B? Senza nemmeno contare che comunque l’Europa Politica con la “E” maiuscola non esiste nemmeno, per cui ci si presenta di fronte alla Storia in ordine sparso, con poche idee molto confuse.
La Storia o la si fa o la si subisce
Sempre per citare Angelo Panebianco, “Puoi cercare quanto vuoi di evitarla ma prima o poi la politica ti troverà. E se non sarai pronto ad afferrarla ti travolgerà”. La Storia, quella con la “S” maiuscola, è ancora più spietata.
Uno può sempre sperare di farla franca di fronte alle proprie scelte, alle proprie responsabilità, ma non può sottrarsi alla Storia. I nostri nipoti – sempre che i nuovi dittatori islamisti ci permettano di poter sperare d’avere dei nipoti e che permettano loro di studiare la storia – studieranno a scuola le miserie, la nullità, l’insipidezza pavida dei governanti dei giorni nostri. Se non altro, potranno dire d’avere un esempio chiarissimo su come non si debbano affrontare le sfide della vita.
Quei governanti insipidi e pavidi li abbiamo votati noi (però rivendico la mia autonomia nel dire che quelli che ho votato io non sono mai andati al potere da oltre 20 anni). Sarà ricordata come un’intera generazione di smidollati senza senso delle responsabilità della vita.
Guardate anche solo un mediocre come Hollande… ecco… persino lui riesce già a far qualcosa, almeno riesce a curare gli interessi della propria patria. Significa che noi abbiamo gente inferiore rispetto alla mediocrità. Meditate, gente. Meditate.
La Storia la scrivono i vincitori
Quand’è l’ultima volta che abbiamo scritto la Storia? Una nazione che fu la quinta potenza mondiale poteva farlo. Avrebbe dovuto farlo.
Oggi il “Formato Normandia” dovrebbe essere solo un ricoro. Al tavolo di Putin, con la Merkel e Hollande, ci dovrebbe essere il Presidente Italiano. LUI dovrebbe scrivere la Storia.
E invece…