E’ stata approvata la nuova legge sulla garanzia sui conti correnti bancari e di deposito, l’ennesima manovra atta a salvare banche e banchieri a scapito dei risparmiatori.
Breve cronistoria sui provvedimenti che hanno colpito i conti correnti bancari e/o di deposito
Chi i governanti siano da lungo tempo attratti dai nostri sudati risparmi non è un mistero. Tra i moltissimi provvedimenti, tutti a senso unico e creati per colpire risparmiatori e pensionati, spiccano il famigerato intervento del governo di Giuliano Amato che attuò un prelievo forzoso e senza preavviso: un esproprio vero e proprio dalle tasche degli Italiani.
La stessa manovra fu poi paventata in seguito, all’apice della crisi che portò alla costituzione del governo Monti. L’esproprio non si avverò, tuttavia Monti non si lasciò sfuggire l’occasione per introdurre qualcosa di più insidioso. Invece d’un prelievo forzoso una tantum, lui istituì un’imposta di bollo, in pratica una patrimoniale, che viene riscossa ogni anno. Il risultato è che la gente non sente il morso del prelievo forzoso, ma questo avviene invece attuato con il metodo della sanguisuga, un po’ alla volta, senza dare troppo nell’occhio.
Le banche salvano sé stesse coi soldi dei risparmiatori
L’Europa ancora una volta ha dimostrato d’essere essenzialmente un’agglomerato di banche al governo degli Stati Membri. Il governo Italiano ha trasformato in legge la direttiva comunitaria per il risanamento e risoluzione del settore creditizio e degli intermediari finanziari emanata da Bruxelles.
Tale direttiva essenzialmente mette sullo stesso piano correntisti ed azionisti di ogni banca: in caso di crisi, entrambi dovranno rispondere in solido. Tuttavia, non tutti i risparimatori verrebbero colpiti da provvedimenti di confisca, ma solo coloro i cui risparmi superino una certa soglia di garanzia, attualmente impostata a 100.000 euro.
Per farla in breve, si sta passando dal meccanismo di “bailout” a quello di “bail in“. Dapprima si agglomerano le banche in modo da renderle così grandi da diventare “too big too fail” (troppo grandi per poterle lasciar fallire). Nel primo caso, il bailout, le banche vengono gestite in modo sprovveduto, truffaldino e predatorio finché gli Stati devono interventire per salvarle, usando i soldi dei propri contribuenti (un fenomeno noto come “privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite”).
Nel secondo caso, si gestiscono in modo sprovveduto, truffaldino e predatorio finché gli Stati devono intervenire per salvarle, usando i soldi dei correntisti.
Si noti, che in nessun caso, si cerca d’evitare la gestione sprovveduta, truffaldina e predatoria ed in nessun caso, è previsto che paghi chi è stato il responsabile. Anche questo, è il bello della finanza creativa!
Un classico caso di bailout italiano recente è stato quello del Monte Paschi di Siena. Monti Bond e vari regali concessi dai diversi governi che si sono succeduti hanno essenzialmente trasferito parecchi miliardi dalle tasche dei contribuenti a quelle degli allegri amministratori di tale istituto.
Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi
Le banche italiane, fin dal 1987 hanno aderito ad un Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che raccoglie delle riserve accantonate anno per anno e destinate a fungere da garanzia sui conti correnti bancari e di deposito. Per legge, queste riserve sono destinate a proteggere i clienti di istituti bancari che si trovassero in difficoltà. Questa protezione, ovviamente, non è illimitata.
Nel caso dei conti correnti, in precedenza vi era un limite di garanzia pari a 103.291,38 euro, dal 2011 esso è stato abbassato a 100.000 euro. Questo vale per l’Italia, ci sono altre nazioni – compresa la benestante Germania – che prevedono limiti di garanzia visibilmente più bassi, a volte persino di soli 20.000 euro!
Si noti che questo fondo riguarda i soli istituti bancari, mentre non copre i cosiddetti “crediti cooperativi”! Quest’ultimi hanno una loro normativa separata.
Dettagli interessanti sulle clausole del FITD
Date le molteplici modalità con cui si possono aprire e gestire i conti bancari, sono state stabilite una serie di criteri per l’assegnamento o divisione della soglia di garanzia sui conti correnti bancari e di deposito.
Segue un’elenco dei criteri più salienti:
- Il limite di copertura di 100.000 euro è applicato ad ogni banca aderente al FITD. Se un depositante possiede due conti correnti in altrettante banche, il livello di copertura è pari a 100.000 euro su ciascuna banca.
- la garanzia s’intende per depositante, ossia in caso di conto cointestato la garanzia è di 100.000 euro per ciascun depositante, sempre che i titolari del conto cointestato non possiedano altri conti correnti presso la stessa banca.
- in caso un solo intestatario abbia più conti sulla stessa banca, verranno solo garantiti 100.000 euro in totale.
- la garanzia si estende anche alle persone giuridiche (le società), con alcune eccezioni spiegate sul sito sopra citato.
- tutte le banche italiane ora aderiscono al FITD (è obbligatorio), mentre le filiali di banche estere hanno la facoltà ma non l’obbligo di aderirvi. Come già detto in precedenza, in alcuni Stati le normative vigenti obbligano a coprire somme molti limitate, per cui è sempre meglio informarsi prima d’aprire un conto presso di esse!
- le banche online funzionano come quelle tradizionali: quelle italiani sono tutte aderenti, quelle straniere non hanno obbligo.
Tipologie di asset finanziari e conti coperti dal FITD
In generale viene garantito tutto ciò che sia risparmio: conti correnti, depositi, certificati di deposito nominativi ed assegni circolari. Questi sono quindi i conti più protetti e sicuri.
Sono invece escluse le forme d’investimento, quali ad esempio: obbligazioni, azioni, titoli di Stato, contanti pronto termine.
Sono altresì esclusi i depositi fisici, quali ad esempio l’oro. Tali depositi, in caso di fallimento della banca, verranno restituiti ai legittimi proprietari e quindi non faranno parte dell’ammontare disponibile per i rimborsi.
Conti presso broker, SIM, trading online e simili
La normativa per broker, SIM ed altre attività di trading online è diversa. Tali gestori non aderiscono al FITD. Le SIM italiane devono obbligatoriamente aderire al Fondo Nazionale di Garanzia, che nonostante la somiglianza di nome, non è il FITD! Il Fondo Nazionale di Garanzia copre solo 20.000 euro. Le SIM italiane devono tenere i soldi dei propri clienti su appositi conti conto terzi aperti presso le banche, per cui, in linea di massima, si applica la protezione dei 100.000 euro in caso di fallimento della banca d’appoggio.
Tuttavia, in caso di truffa o frode da parte della SIM e conseguente sottrazione di denaro, la garanzia FITD non si applica (infatti non è la banca d’appoggio a fallire) e si ricade nel caso dei soli 20.000 euro.
Cosa non vi dicono sull’effettiva garanzia sui conti correnti bancari e di deposito
Tutti i dispositivi sopra trattati sono stati concepiti a carattere non sistemico. In parole semplici, sono tutele a vantaggio del risparmiatore che funzionano molto bene per casi isolati di banche relativamente piccole.
Se invece a fallire fossero più banche di medie dimensioni o una grande banca, il meccanismo potrebbe scricchiolare e persino rompersi. In questo caso, i correntisti sarebbero effettivamente senza alcuna protezione e si avvererebbe in toto l’incubo spesso paventato dagli oppositori del bail-in: che i clienti della banca perdano effettivamente tutti i loro sudati risparmi, a fronte d’una dirigenza della banca che magari solo l’anno prima ha intascato milioni di euro in bonus e buone-uscite.
Come mai il fondo di garanzia sui conti correnti bancari e di deposito potrebbe non coprire le perdite? Le banche aderenti al fondo sono circa 260. Ogni anno le banche tengono disponibile solo lo 0,4 – 0,8% dell’ammontare complessivo dei depositi garantiti. Questo significa che l’assicurazione dei depositi, facendo le debite proporzioni, copre dal 40 all’80% di circa 2,6 banche. Ossia, finché a fallire sono circa 2 banche, la copertura al 100% è pressoché garantita.
Ma che succede se invece ci trovassimo in una fase di rischio sistemico, ossia in cui molte banche sono in sofferenza?
E, soprattutto, che succede se invece di 2 banche campione (260 banche comprendono tantissime banche piccole e piccolissime!) ne fallisse una molto grande, quale ad esempio Monte Paschi di Siena o UniCredit? In entrambi i casi le perdite dei risparmiatori sarebbero fortissime!
Cosa si sarebbe dovuto fare
Invece d’invogliare amministratori di banche sempre più disonesti e sicuri del salvataggio a discapito di contribuenti e clienti, il Legislatore avrebbe potuto implementare leggi semplici e dissuasive, quali:
- sequestro coatto ed istantaneo di tutti i beni tangibili ed intangibili di tali amministratori, parenti stretti e “teste di legno”, a copertura parziale delle perdite
- lavori forzati e/o carcere in isolamento fino a 30 anni.
Con tali semplici norme, si vedrebbe subito un’attenuazione del fenomeno. Perché come abbiamo potuto facilmente constatare, nessuna banca è fallita a causa delle “sofferenze congiunturali” indotte dal fallimento di qualche imprenditore in difficoltà, mentre abbiamo visto perdite miliardarie a seguito di ruberie, intrallazzi con banche internazionali e giochi di prestigio coi derivati.