Un’azienda delocalizza in America
E’ di stamani la notizia (data nella trasmissione: “Agorà” su RAI 3) che ha quasi dell’incredibile: un’azienda delocalizza in America. Sì, ormai l’Italia è così poco competitiva e così tanto tar-tassata che anche per un’azienda del ricco settore chimico industriale diventa più economico delocalizzare in America. E le aziende Estere con sedi in Italia le chiudono (come la famosa BASF) perché cosa meno tornare a far produrre direttamente negli Stati Uniti. Non in India, non in Cina, non in Romania. Ormai persino in America è più conveniente produrre che in Italia.
Dovrebbe far riflettere! Assieme al fatto che gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), ossia coloro che sono ufficialmente espatriati sono aumentati del 50% nel giro di cinque anni! Da 3.000.000 a 4.600.000. E l’AIRE è un registro a cui s’iscrivono solo una piccola parte degli espatriati (per vari motivi, tra cui quello di non perdere l’assistenza sanitaria italiana). Non solo, la massima parte sono universitari e lavoratori qualificati. Ossia, l’Italia paga la loro istruzione e poi loro vanno a farla fruttare a vantaggio delle nazioni straniere.
Alberto Forchielli ed il suo libro: “Trova lavoro subito!”
Sempre nella stessa trasmissione sopra menzionata, ma anche in altre, troviamo la presentazione dell’ultimo libro di Alberto Forchielli: Trova lavoro subito!
Il conosciuto imprenditore, fondatore della Mandarin Capital Partners, Alberto Forchielli è da molti anni presente sulla scena internazionale (in particolar modo, quella Cinese). Cosa c’entra Alberto Forchielli con il fatto che un’azienda delocalizza in America? C’entra sia per il fatto che siano apparsi nello stesso segmento della stessa trasmissione, che per il fatto che si parla di lavoro, o meglio, di mancanza del medesimo.
Alberto Forchielli ha deciso di dedicare un libro ai giovani italiani in perenne cerca di lavoro.
Da persona molto pratica, il suo consiglio essenzialmente è quello di far studiare i ragazzi all’estero o comunque di farli andar a cercar lavoro all’estero, in quanto l’Italia è ormai in una situazione di disatro tale che, anche volendola seriamente “recuperare”, sarebbero necessari 40-50 anni. Che fare, nel frattempo? Per lui la cosa più sensata è aprire i propri orizzonti e guardare al mondo.
E’ una scelta che a suo tempo ho fatto pure io (Dario Fumagalli), una scelta benedetta che mi ha letteralmente aperto gli occhi su un mondo bello, immenso, grande, tutto da scoprire e “conquistare”!
Alberto Forchielli è diventato rapidamente popolare perché molto, ma molto “terra terra” e non dice fuffa: lo devono invitare alle trasmissioni televisive in quanto non possono lasciarsi scappare “l’uomo del momento”. Però quanti sguardi increduli, quanto imbarazzo da parte dei “giornalisti” di regime quando si sentono dire la verità in faccia! (*) Loro infatti alla verità non sono nemmeno più abituati e tantomeno a lo sono a lasciar parlare qualcuno non allineato al Sistema di Pensiero Unico e Approvato.
A maggior riprova di questo, seguono alcuni dei numerosi video che lo vedono protagonista.
Trasmissione Agorà (RAI 3) del 9 Ottobre: il suo intervento, subito quasi censurato da un visibilmente, fisicamente “inorridito” presentatore, appare a 1:29:00 del video.
Un’altro intervento di Alberto Forchielli a Piazzapulita (La7). Anche qui il suo intervento non passa inosservato. Anzi, in una trasmissione dove molti si parlano addosso fino a pochi secondi prima del suo intervento, cala il silenzio completo. Non vola una mosca.
Per ripetere una celeberrima frase, (falsamente) attribuita a George Orwell: “During times of universal deceit, telling the truth becomes a revolutionary act”, ossia “In tempi dove l’inganno è la norma, dire la verità diventa un gesto rivoluzionario”.
(*) Un’articolo su una persona che dice le verità scomode in faccia non può non apparire su un sito il cui nome è brutalmente: “Pugno in faccia (opinioni, notizie, economia e finanza)”, ispirato proprio all’effetto di dire la verità in questi tempi bui.