Pugno in faccia

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Ripresa nelle Isole Canarie e Tenerife

31 Dicembre 2015 By Dario Fumagalli Lascia un commento

Isole Canarie e Tenerife in ripresa nel 2015

Un’anno di sfide e lenta ripresa

Ripresa nelle Isole Canarie e TenerifeSono ormai circa tre anni da quando sono andato a vivere sull’Isola di Tenerife, nell’Arcipelago delle Isole Canarie.

Quando sono arrivato, la situazione era per molti versi diversa da quella dell’Italia che lasciavo, ma per altri era simile. E’ vero, qui a Tenerife si sentiva subito un “profumo” di civiltà, legalità, efficienza (nonostante ci sia ancora da fare!), di sicurezza che in Italia non percepivo ormai da vent’anni. C’erano e ci sono le stesse aziendine affacciate sulla “autopista” come le vedevo quando percorrevo la tangenziale di Milano Nord. Però la crisi c’era e mordeva forte. Dato che in Spagna in generale c’é stata una crisi legata anche allo scoppio della bolla della speculazione edilizia, si vedevano ovunque scheletri di case e palazzi incompiuti. C’era una sensibile deflazione dei prezzi, non solo degli immobili. Un appartamentino da 45mq (qui conosciuto col nome di “studio”) a 300m dal mare e con vista mare si poteva acquistare con 45.000 euro.

Poi però le cose hanno iniziato a cambiare. Lentamente e con tanto, ma tanto sacrificio di tutti, le cose sono migliorate. Dalla Spagna sono arrivati degli aiuti aggiuntivi anche grazie ad un pacchetto di leggi speciali (dal nome evocativo di “leggi d’emergenza temporanee”) che variavano alcuni aspetti, quali le aliquote fiscali, per un periodo limitato. Per la prima volta nella mia vita ho potuto vedere con i miei occhi una legge fiscale “temporanea”, che è davvero rimasta tale e le tasse incrementate davvero sono ritornate ai valori precedenti. Tra questi c’era anche l’imposta sul capital gain, che allo scadere della legge è tornato ad essere più conveniente di quella italiana.

Ad un certo punto, quasi d’incanto, sono riapparsi i muratori – tutti rigorosamente spagnoli – e le case sono in via di completamento. Le “varianti” della tangenziale sono tornate ad essere costruite, le auto ad essere acquistate (+20,5% su base annua) e così via. Lo stesso appartamentino sopra menzionato viene ora proposto a 77.000 euro.

I motivi della ripresa

Non sono un’economista, però ho notato alcuni punti che secondo me sono stati importanti per far ripartire Spagna, Isole Canarie e Tenerife meglio dell’Italia.

  • Non si è andati “a cagnolino” dietro tutte le richieste malsane di Bruxelles. La Spagna ha chiesto ed ottenuto finanziamenti, prestiti, aiuti, senza far rumore, senza “sbattere pugni sul tavolo”. In Italia dicono che la Spagna ha sforato il 3% di rapporto debito / PIL, senza però far notare che il durissimo 3% non è stato applicato a tutti. Né Francia né Spagna dovevano scendere sotto il 4 e qualcosa percento. Non solo, la Spagna ha ottenuto dall’Italia più di 30 miliardi di euro in aiuti, più molti altri sommando gli altri Paesi principali dell’Unione Europea e tutto questo in modo ufficiale, senza alzare la voce. Ha anche potuto salvare delle banche, sempre senza particolari difficoltà. La differenza? Una classe politica che nonostante tutto, resta ancora di molto superiore a quella italiana e, soprattutto, non si è mai venduta agli interessi stranieri.
  • La Spagna si è rifiutata di lasciar fallire e chiudere tante aziende come in Italia. Anche grazie agli aiuti di cui sopra, ha ottenuto di poter mettere “in letargo” l’industria invece di perderla in modo irreversibile. Ora che c’é un po’ di ripresa, è molto più facile riattivare ciò che c’é già sul territorio. Inoltre non ha svenduto gioielli di famiglia o marchi famosi. E’ tutto rimasto pronto ad essere riacceso.
  • Le tasse sono enormemente inferiori. Anche senza parlare della fiscalità “da sogno” delle Isole Canarie e Tenerife, si parla sempre d’un’imposizione quasi della metà rispetto a quella italiana!
  • La Spagna non ha importato milioni di lavoratori stranieri e non ha fatto un dumping salariale paragonabile a quello italiano. Tornata la ripresa, sono gli Spagnoli quelli che tornano a lavorare in cantiere ed in fabbrica.
  • Non è stato fatto nulla di distruttivo quale la riforma Fornero. Il mercato del lavoro è asfittico ma non è anche devastato da un “parco anziani” costretto a lavorare fino a 65 anni e più. Non c’é quindi quella deviazione patologica che in Italia ha portato intere generazioni di giovani ad essere messe in lista d’attesa, sperando che il posto “si liberi” dai vecchietti segregati dalla Fornero.
  • C’é più orgoglio nazionale e regionale. Odiano il “made in China”, i miei stuzzicadenti sono “made in Spain”, così come lo spazzolino da denti e l’aspirapolvere o altri articoli economici. Sembra un dettaglio, ma è tutta produzione che non è stata mai esternalizzata o delocalizzata, sono tutte aziende spagnole rimaste in terra spagnola.
    C’é anche più rispetto per la propria cultura. Qui non si sognerebbero mai di sottostare ai diktat di gente venuta da fuori. Se le proprie usanze e tradizioni non piacciono, o se ne fanno una ragione o cambiano Paese. Qui non si usano inglesismi, anzi, come i Francesi, fanno un viso seccato se non provi nemmeno a parlare in Spagnolo ma invece parli in Inglese stile “conquistatore tra indigeni guardati dall’alto verso il basso”.
  • Il cittadino medio che ho incontrato qui, sta molto meno a parlare di politica e di “Stato” e molto più su fatti concreti e tangibili. Qui se la prendono se non fai il tratto di strada, non se non implementi l’ultimissimo diritto civile o altra cosa “fatta di fuffa”.

Fatti e non solo parole

In particolare nelle Isole Canarie e Tenerife, sono molto meno bravi a raccontare storie, anzi, sono graditi maggiormente coloro che realizzano dei fatti concreti. Anche sui loro quotidiani, le pagine di amenità politiche astratte e le polemiche sono normalmente una minima parte. C’é ovviamente lotta politica ma non è fatta a livello di “casta che narra sé stessa ed è autoreferenziale”. C’é un riscontro tra quanto detto e quanto fatto.

Mostro di seguito alcuni piccoli spezzoni che ho tratto dai numeri del 30 e 31 Dicembre di Diario de Avisos.

Vorrei far notare il diverso tenore delle notizie, il fatto che si riferiscano a cose tangibili, non raccontate e basta. Sempre per parlare di Isole Canarie e Tenerife, notizia di oggi: dopo nove anni, ritornano le assunzioni per gli infermieri. Fatto, non annuncio.

Non si parla di “zero virgola” di crescita come se fosse una gran vittoria. Invece ci sono queste notizie:

Attività di costruzione in Santa Cruz de Tenerife cresce del 40% dal 2013.

 

Attività di costruzione in Santa Cruz de Tenerife cresce del 40% dal 2013

Forse qualcuno si ricorderà dei “piloni inclinati” ed altre vicissitudini capitate in Sicilia, con gran rimpallo di responsabilità, ANAS che parla di mancanza di fondi e non procede e così via.

Qui c’é l’approccio spagnolo (ed in genere, dei Paesi civili esteri) al problema: fessurazioni apparse in un tunnel della tangenziale / autostrada vengono riparate ad un costo per noi ridicolo (e non per via del costo della vita ma del minor rubare!) ed in anticipo! Quando mai leggerete di lavori edilizi pubblici, terminati in anticipo e con costi contenuti?

fessurazioni apparse in un tunnel della tangenziale / autostrada vengono riparate

Aumento del turismo del 6% nel 2015 per Tenerife. Considerato che il 2014 era stato già un’anno eccezionale, questo dovrebbe far pensare. Tutto questo senza che Isole Canarie e Tenerife abbiano alcun monumento, opera artistica importante o altro. Semplicemente valorizzano ogni millimetro a disposizione. Un’isoletta di 80km di lunghezza attira una quantità di turisti incredibile e superiore a parecchie regioni italiane messe assieme!

Aumento del turismo del 6% nel 2015 per Tenerife

Incremento delle vendite d’auto sia nuove che usate. Quelle nuove sono complessivamente cresciute del 20,5% in Spagna, quelle usate del 6%. Nelle Isole Canarie e Tenerife l’usato è ancora più importante (in molti non comprano auto nuove per fare pochi chilometri su un’isola) ed è cresciuto del 6,7%.

Incremento delle vendite di auto sia nuove che usate

E, per finire in bellezza: il costo della vita, nonostante la ripresa, non diventa improponibile. Il rapporto tra costo di produzione e vendita resta costante e molto, molto inferiore che in Italia. Dal produttore agricolo al consumatore si parla d’un rapporto di 2,48. Ossia un prodotto pagato un’euro all’agricoltore costerà 2,48 euro al consumatore finale. Non solo, questo rapporto resta costante anche rispetto a quello degli anni passati nonostante la ripresa.

 rapporto tra costo di produzione e vendita resta costante

Come sembra questo bilancio 2015 delle Isole Canarie e Tenerife? E’ concreto, tangibile, chi vive qui lo può toccare con mano.

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D’Attorre: Da Monti a Renzi, l’alta disoccupazione in Italia è voluta dall’Europa

18 Settembre 2015 By Dario Fumagalli Lascia un commento

Questa è solo una delle scioccanti rivelazioni

Da Monti a Renzi, l’alta disoccupazione in Italia è voluta dall’Europa

D'Attorre: Da Monti a Renzi, l'alta disoccupazione in Italia è voluta dall'EuropaL’esponente bersaniano del Partito Democratico Alfredo D’Attorre si è decisamente tolto diversi sassolini delle scarpe, quando nel talk show Omnibus su La7, ha rivelato tutta una serie di scenari sempre solo bisbigliati, accennati. Tra essi, quello più sconvolgente. Per D’Attorre: Da Monti a Renzi, l’alta disoccupazione in Italia è voluta dall’Europa.

Dopo tutto siamo in tempi di democrazia sempre più limitata: vedasi recente censura del governo sul programma “Ballarò”, che ha osato intervistare due esponenti dell’opposizione in prima serata.

Quindi è comprensibile l’aura tangibile d’imbarazzo dell’intervistatrice, un’aura che verso la fine diventa quasi censura diretta e rabbiosa.

 

Questi i fatti, le frasi del politico D’Attorre sono riportate in virgolettato:

1) Minuto 1:50:

… dopo sette mesi di Governo Monti, a Luglio 2012 sa quant’era lo spread? Di nuovo a 500.

I sacrifici lacrime e sangue di Monti non sono serviti a nulla, infatti l’Italia stava ancora andando in rovina e solo l’intervento di Draghi ha l’ha salvata in extremis.

Siete rimasti rovinati? La legge Fornero ha distrutto la vostra vita? L’uccisione (per sua stessa ammissione) della domanda interna da parte di Monti ha rimosso per sempre il futuro dei vostri figli?
Ecco, tutto questo non era servito a nulla.

Il fallimento delle (loro) riforme è stato certificato dalla Corte Costituzionale.

 

2) Minuto 3:35:

Il problema di Renzi non è la minoranza del PD. La vera minoranza di Renzi sono i fatti.

E, aggiungo di mio, l’altro nemico giurato di Renzi è l’ISTAT, un’ente chiaramente d’opposizione che si ostina a smentirlo con puntualità pochi giorni dopo gli innumerevoli proclami.

3) Minuto 4:10:

Dopo un anno di governo Renzi purtroppo i fondamentali dell’economia sono peggiorati, la disoccupazione è più alta, il PIL non riparte…

4) Minuto 5:42:

In continuità con le scelte del governo Monti e con le direttive dell’Europa – Bruxelles e Francoforte, è una linea – come dire – di cedimento dell’Italia all’interesse di altri Paesi; è una linea subalterna, una linea che va contro l’interesse nazionale e che è destinata a peggiorare ancora…

Ma soprattutto – e questo è sconvolgente:

Da Monti a Renzi, l’alta disoccupazione in Italia è voluta dall’Europa

5) Minuto 8:35:

Questi geni di Bruxelles hanno stabilito che ogni Paese ha un certo tasso di disoccupazione sotto il quale non può scendere, perché altrimenti sale l’inflazione.

…Il 12% di disoccupazione come obiettivo quasi dichiarato del governo.

Avete letto giusto ed il video è riportato di sopra, per averne conferma!
Vi hanno rovinato la vostra vita e quella dei vostri figli perché organizzazioni in parte neanche elette democratiamente, hanno stabilito che l’Italia deve tenere il tasso di disoccupazione a livelli insostenibili se no si rovina loro il parametrino finanziario da mettere sulla pagellina!!!

A questo punto la giornalista zittisce e censura D’Attorre e cambia discorso. Perché la verità è un bene prezioso, da non far conoscere in giro!

Ma chi ha deciso che l’Italia – e non ad esempio la Germania o la Finlandia – era il Paese a cui appioppare il 12% di disoccupazione? Perché non il 7% o il 15%? Facciamo 85% di disoccupazione, così i grafici e le diapositive per la prossima conferenza di burocrati vengono bellissimi da vedere!

Tabella sulla disoccupazione in Europa, tratta direttamente dal sito ufficiale Eurostat:

Tasso di disoccupazione in Europa 2013-2014

 

Ce lo chiede l’Europa…

… e noi obbediamo, come marionette.

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Banda ultra larga: investimenti per 12 miliardi di euro. Renzi dà i numeri?

8 Agosto 2015 By Dario Fumagalli Lascia un commento

Banda ultra-larga: l’Italia ne ha davvero bisogno

Subito prima delle ferie per il Parlamento, Renzi ha annunciato investimenti per 12 miliardi di euro per la diffusione della banda ultra larga in Italia.

L’annuncio di per sè è molto positivo. L’Italia ha davvero bisogno d’entrare nel XXI secolo per quanto riguarda la banda larga o ultra larga.

Infatti da un’indagine pubblicata dal giornale: The Independent agli inizi del 2015, risulta che la velocità di trasferimento dei dati via internet in l’Italia sia lentissima. L’Italia infatti è ultima, completamente ultima in Europa, persino dietro la Grecia!

Non solo, mentre l’Italia “sfoggia” una velocità media di 9,1 Mb/s, ci sono Paesi Africani come la Namibia che fanno meglio (9,6 Mb/s)!

Naturalmente questo ha dei risvolti tangibili e pesanti sulla nostra economia. Le aziende italiane, ma anche i privati, sperimentano quotidianamente rallentamenti, andamento della rete a singhiozzo, estremi rallentamenti alla sera e velocità enormemente inferiori a quelle contrattate. Prestazioni della banda larga in EuropaAd esempio, in alcune regioni, una linea venduta come 10 Mb/s alla sera può crollare anche a solo 3 Mb/s. Ancor più pesante è l’impatto sulle aziende che dipendono in qualche modo dallo streaming video: televisioni, canali via cavo, aziende estere che devono tenere meeting via internet tra la loro sede centrale e quella italiana. Ho persino avuto modo di vivere in prima persona il disagio d’un proprietario d’un hotel specializzato in dirigenti ed executive, attrezzato di tutto punto con sale riunioni, videoproiettori e quant’altro. Ogni volta che c’era un meeting internazionale capitava qualche intoppo che faceva cadere la connessione o la “storpiava”, con danno d’immagine e quindi economico per l’hotel. Inutile dire che questo sia un’ennesimo fattore negativo di cui tengono conto i potenziali investitori esteri che volessero venire ad aprire aziende in Italia. Ognuno poi si ricorderà di ciò che capita continuamente ai servizi televisivi: problemi ed intoppi tecnici che una volta erano propri di collegamenti di fortuna con angoli sperduti in giro per il mondo, ultimamente stanno sempre più piagando i servizi televisivi, in particolare quelli basati su collegamenti via Skype. Per cui… benvenuti i 12 miliardi d’investimenti per la banda ultra larga!

12 miliardi d’investimenti… davvero?

Il premier Renzi ha snocciolato i numeri: 12 miliardi d’investimenti sulla banda ultra larga, riferiti a 10 milioni di persone.

Sorgono numerosi dubbi sulla copertura finanziaria per un simile investimento. Come un prestigiatore, il governo deve tirar fuori dal cilindro qualcosa come circa 100 miliardi nei prossimi anni. Come crea altri 12 miliardi?

Non solo. I precedenti non danno esattamente un grande impulso all’ottimismo. Storicamente in questo governo (ma anche in quelli passati), ad annuncio TV roboante spesso corrisponde in pratica un’iniziativa modesta e tardiva. Non solo. Normalmente, investimenti pesanti come questo, hanno solo generato voluminose clientele politiche, stipendifici e carrozzoni. Il ricordo torna immediatamente al Mose di Venezia o ad una qualunque grande opera pubblica.

12 miliardi d’investimenti per la banda ultra larga sono tanti!

Modem internetSorge il sospetto che dietro l’annuncio ad effetto sui 12 miliardi d’investimenti per la banda ultra larga ci sia dell’altro.

Innanzi tutto, com’é noto, dietro i finanziatori della fondazione di Renzi ci sono nomi legati ad industria e finanza, ma anche dei trust.

 

Renzi, pubblicati i nomi dei finanziatori della fondazione Big Bang. Serra ha versato 100 mila euro (FOTO)

I trust sono delle società di facciata che nascondono altre società che non vogliono esporsi. Ora, con questa varietà di poteri più o meno forti e più o meno conosciuti, chi garantisce che non vi sia alcun conflitto d’interesse in atto?

Un’altro dubbio che questa grande massa di denaro possa finire sprecata (come minimo) deriva da una semplice operazione di matematica elementare. Se si prendono i 12 miliardi d’investimenti per la banda ultra larga e li si divide per i 10 milioni di cittadini beneficiari, si ottiene una cifra di tutto rispetto: 1200 euro spesi per ogni utente! Se si pensa che molti tra quegli utenti hanno già un collegamento internet (e quindi non è necessario far correre i tubi, rompere le strade ecc.), viene da pensare cosa possa costare così tanto. Chiunque abbia sottoscritto un’abbonamento all’internet su fibra ottica sa che per quanto possa essere esoso, non arrivi mai a 1200 euro! Nessuno sarebbe disposto a pagar così tanto. Ho provato a consultare i prezzi online per i vari gestori telefonici nazionali. Non ce ne sono che chiedano più di 192 euro d’installazione e 40 euro di tariffa mensile!

Per vedere tariffe tanto elevate bisogna essere un’azienda che si fa tirare appositamente il cavo della fibra ottica presso la propria sede. Ma queste sono prestazioni costose in quanto devono venire degli operai per una sola azienda, mentre un piano nazionale presenta una forte economia di scala.

In assenza di chiarimenti, il dubbio resta: dove va a finire tutta quella massa di soldi? Come si fa a far costare così tanto una tecnologia che tutto sommato ormai non è più nuova? C’é qualcuno che ci guadagnerà sopra?

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Roma: video d’un autista ATAC spiega i disservizi nei trasporti urbani

26 Luglio 2015 By Dario Fumagalli Lascia un commento

ATAC ed i disservizi nei trasporti urbani di Roma

Roma-ATAC-autobus-trasportiQuello dei disservizi nei trasporti ATAC è solo l’ultimo degli scandali che ormai scoppiano quotidianamente a Roma.

Negli ultimi giorni, anche su giornali internazionali, c’é stato un gran parlare dello scandalo sullo stato di sfacelo di Roma e dei suoi servizi. Sporcizia, buche “da sempre e per sempre”, trasporti sempre in tilt, non puntuali, con scioperi ed assenteismo.

In prima battuta la classe politica, compresa quella romana, avevano cercato di palleggiare la responsabilità sui dipendenti pubblici. L’ATAC, in particolare, ha attratto più di uno strale sia a livello nazionale che locale. Come noto, l’ATAC è la tipica municipalizzata “grossa e grassa”, in perenne e pesante passivo, strapiena di dirigenti, poltronificio per “trombati”, con dipendenti apparentemente dediti all’assenteismo ed a riunioni sindacali inspiegabili. Saltano le corse, mancano i mezzi, è un disastro completo.

Ignazio Marino, il sindaco di Roma, ha cercato dapprima di “deflettere” critiche e responsabilità sull’ATAC stessa, poi si è visto dover azzerare il Cda dell’ATAC e chiedere la conferma delle dimissioni dell’assessore alla viabilità Improta. Dimissioni che Improta stesso aveva già comunque manifestato il desiderio di rimettere.

Tuttavia permangono le critiche implicite ed esplicite nei confronti dell’ATAC e dei suoi dipendenti. Le accuse che i dipendenti ATAC siano super-sindacalizzati o che solo il 40% timbri il cartellino fanno parte d’una campagna di deresponsabilizzazione della classe politica a danno dei dipendenti. Ovviamente all’inizio si è tenuto il Cda ben fuori dalle polemiche, essendo questo nominato dai politici e questi non possono “auto-criticarsi”!

Solo che, questa volta, qualcuno non c’é stato e ha fatto “outing”, creando un video che spiega il punto di vista di chi si deve subire quotidianamente le ire dei cittadini: gli autisti dei mezzi pubblici.

Il video dell’autista ATAC Roma: perché l’autobus non passa

Se pensavate che tutti gli autisti dei mezzi pubblici fossero grassi, antipatici, abulici e scansafatiche protetti dai sindacati, questo sicuramente fa eccezione. E’ un ragazzo ben piantato per il quale fare l’autista è stata la vocazione della sua vita. Proprio perché ama il suo lavoro, si rifiuta di vedersi usare come esempio e come capro espiatorio di tutti i mali di Roma in generale e dei servizi pubblici di trasporto in particolare.

Ha quindi recentemente creato e poi pubblicato una serie di video in cui spiega esattamente il punto di vista degli autisti ATAC. Questo è il video da circa un quarto d’ora che “contiene” la summa dei suoi interventi:

Il taglio editoriale, quale ad esempio l’utilizzo di cartelloni scritti per far visualizzare in modo immediato il suo messaggio, fa subito capire che si tratta di persona “tecnologicamente scolarizzata” e quindi in grado di parlare anche al pubblico dei giovani.

Nel video, l’autista porta il pubblico a conoscenza delle incredibili disfunzioni che ci sono all’interno dell’ATAC: scioperi finti, automezzi rotti e senza pezzi di ricambio. Dirigenti stra-pagati mentre gli autisti prendono una miseria. Solito fenomeno: “tutti in ufficio, nessuno in strada” che affligge anche le Forze dell’Ordine (tantissimi in ufficio, pochi in strada a fare multe e controllare il traffico) e così via.

Non solo, lo scopo ultimo del video è quello di far capire che non sono gli autisti ATAC ad essere fannulloni e sindacalizzati, ma che c’é tutta una catena di comando che non funziona. Quando l’autobus non arriva, è per via di tanti motivi, non solo perché l’autista del turno non ha timbrato il cartellino e si rifiuta di lavorare.

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Tenerife news: le notizie in pillole da Tenerife!

11 Aprile 2015 By Dario Fumagalli Lascia un commento

Tenerife news

Tenerife, con la sua bandiera in sovraimpressione

Una nuova rubrica dedicata a Tenerife

Dal momento che ho notato un discreto seguito da parte di persone interessate a conoscere meglio quest’interessante isola, ho deciso di creare una nuova rubrica: Tenerife news: le notizie in pillole da Tenerife!

Questa rubrica sarà composta in massima parte da notizie flash, fatti della giornata, politica ed economia di Tenerife.

Le fonti saranno sia da avvenimenti della vita comune che da media, specialmente i giornali locali.

Ho posto enfasi su: “giornali locali” in quanto Tenerife (e l’arcipelago delle Isole Canarie in generale) sono un’entità orgogliosamente indipendente. Seppur sotto la bandiera spagnola, qui abbiamo avuto o ancora abbiamo una governance locale per moltissime cose, persino una Motorizzazione Civile che emette targhe specifiche e non “allineate” con quelle del continente, un Parlamento con Governo autonomo e così via. Anche le imposte sono specifiche ed in genere molto ridotte. Ad esempio qui non esiste l’IVA; di simile c’é un’imposta locale chiamata I.G.I.C ma che non supera il 7%. Inoltre sia Tenerife che Gran Canaria hanno delle zone speciali di porto franco, esentasse.
Abbiamo persino la nostra bandiera, una croce diagonale bianca su fondo blu scuro simile a quella Scozzese.

Proprio tale bandiera è quella che campeggia in sovraimpressione sull’immagine che accompagna quest’articolo.

I giornali più spesso citati, e di cui attribuisco il credito completo per quanto riguarda notizie, estratti ed immagini sono i seguenti:

El País, El Día, Diario de Avisos, Vivi Tenerife.

Tenerife - Playa Las Americas

Tenerife – Playa Las Americas

Il perché di questa rubrica

Perché tanto impegno per parlare d’un’isoletta dopo tutto remota e di cui molti non sanno nemmeno la collocazione geografica?

Perché secondo me ha tanto da dire agli Italiani. Tenerife è la storia d’un popolo nato poverissimo, senza nulla, senza monumenti, senza storia, con bellezze naturali certamente non migliori delle nostre, senza menti brillantissime, senza fenomeni. Hanno in comune con una parte degli Italiani una grandissima voglia di lavorare. Grazie ad essa, si sono tirati su ed al momento il benessere è pari almeno a quello delle città del Nord Italia più benestanti. Questo, con un costo della vita dimezzato ed una visibile ripresa dopo la crisi. Non solo, a Tenerife è possibile trovare molte occasioni d’investimento grazie alle sue condizioni speciali: burocrazia veloce con spese bassissime, tasse ridotte, costo del lavoro basso. Siamo quasi un paradiso fiscale a metà strada tra Europa, America del Nord ed America del Sud, pur essendo pienamente europei.

Ci sono programmi quali lo Z.E.C. che sembrano fatti apposta per noi: 10 anni con imposte al 4% (quattro) e poi al 25% per gli imprenditori che vogliano investire qui 100.000 euro ed assumere 5 persone. Per gli imprenditori che volessero ulteriori informazioni, è possibile contattarmi direttamente su Facebook.

Clima mite, condizioni agevolate, gente “vicina” a noi senza però molti dei nostri peggiori difetti ed ideologie, Tenerife è un posto di cui innamorarsi.

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Santa Cruz de Tenerife: adesione piano europeo anti-inquinamento

1 Aprile 2015 By Dario Fumagalli Lascia un commento

Santa Cruz de Tenerife: adesione piano europeo anti-inquinamentoLa capitale Santa Cruz de Tenerife aderisce al piano europeo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2. Non solo, il piano ha obiettivo nel 2020 ma Santa Cruz lo raggiungerà in anticipo, come Svezia ed altri Paesi avanzati.

Tenerife si è posta dei traguardi molto ambiziosi. Oltre alla riduzione dell’inquinamento, infatti si è anche al quasi completamento del progetto di completa autonomia energetica da ottenersi col solo utilizzo di fonti rinnovabili.

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Assalto terroristico in Tunisia: Europa se ci sei batti un colpo!

18 Marzo 2015 By Dario Fumagalli Lascia un commento

TunisiaAssalto terroristico in Tunisia

Un commando di terroristi ha appena effettuato un’assalto terroristico in Tunisia.

Hanno subito puntato in alto, infatti il primo obiettivo era niente meno che il Parlamento e, come obiettivo secondario, il museo situato nel medesimo complesso.

Sono stati coinvolti molti turisti italiani, arrivati con una nave della Costa Crociere ed andati a visitare uno dei più importanti musei dalla capitale tunisina con quattro autobus.

Fin qui la cronaca, che sicuramente tutti i telegiornali a questo punto avranno descritto in dettaglio.

Invece vorrei porre l’attenzione su quello che non stanno dicendo e su quello che non si sta facendo.

Tunisia: l’orgoglio d’essere il Paese Democratico

Verso il termine dell’assalto, quando ormai le Forze dell’Ordine di Tunisi avevano arrestato l’assalto, una giornalista RAI ha intervistato un deputato tunisino: Osama Al Saghir.

Questo Onorevole con la “O” maiuscola mi ha profondamente colpito.

Infatti, come me, sarete ormai abituati al tipico deputato (magari voltagabbana) italico:

  • o non riesci quasi a strappargli parola e scappa via, con buona pace del suo essere pubblico ufficiale al servizio del cittadino,
  • o è il tipo “clown” che inizia subito a fare battutine sciocche che fanno ridere solo lui (quindi, un comico ben pagato!),
  • o è quello perennemente col tablet in mano, che ad ogni parola a lui chiesta o da lui risposta, crea un tweet o un post Facebook per aumentare la sua popolarità.

Invece Osama, persino nel momento dell’emergenza, ha mostrato una serietà, una maturità, una competenza, una conoscenza della materia trattata che ti fa pensare: “come mai non abbiamo gente come lui in Parlamento ma burattini e buffoni (quando va bene, se no ladri e mafiosi)”?

Tra le molte cose interessanti da lui raccontate, peraltro in perfetto Italiano, sono rimasto colpito da come un piccolo Stato possa essere una Grande Nazione: “Noi siamo orgogliosi d’essere un Paese del Nord Africa che ha scelto la democrazia. Per questo ci attaccano. E’ un prezzo che conosciamo, è un prezzo che siamo pronti a pagare”. Non ha detto queste esatte parole ma il significato è quello al 100%.

Come non ammirare un’esempio simile? Abituati alla statura pseudo-nanica dei barbagianni nostrani, un anonimo deputato d’una Nazione ignorata riesce a dire cose di questo spessore.

 

Ora è il turno dell’Europa e dell’Italia

Adesso, in un mondo responsabile, in un mondo di persone di qualità, mi aspetterei un comunicato ufficiale del Capo del Governo (se non del Presidente Europeo) che annuncino:

  • Una vicinanza e solidarietà incondizionate nei confronti della Tunisia, non solo vicino di casa, ma baluardo della democrazia nonché partner commerciale ed industriale.
  • Un’offerta formale d’appoggio e supporto illimitati a decorrenza immediata.

Dobbiamo far vedere ai fanatici ed ai terroristi che non lasciamo i nostri alleati indifesi. Dobbiamo dare l’esempio, un esempio fermo, convinto, immediato e senza esitazioni, che tracci immediatamente la linea oltre la quale non devono permettersi d’andare.

Qualunque altro comportamento ondivago o di facciata o tiepido o timoroso, mostra solo che i terroristi stanno avanzando, che nessuno ha il coraggio d’opporsi e che possono assediare e conquistare quello che vogliono senza che nessuno abbia il coraggio o la responsabilità d’alzare un dito.

Coraggio, Italia, per una volta mostra che vali qualcosa, che non sei IL nano della politica internazionale!

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Benvenuti a Pugno in Faccia

8 Febbraio 2015 By Dario Fumagalli Lascia un commento

Pugno in faccia

Benvenuti a Pugno in Faccia!

Con questo breve post inauguro un blog personale dove scriverò quello che penso.

La speranza è di trovare almeno un’altra persona al mondo che possa essere d’accordo con qualcosa di quello che scriverò.

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Jens Weidmann, presidente della Deutsche Bundesbank

Trasferire la sovranità italiana secondo Weidmann

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I numeri falsi sull'immigrazione: impatto economico

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I numeri falsi sull'immigrazioneCi stanno riempiendo la testa ormai da anni con … [Leggi articolo...]

Fuga di massa dei capitali all'estero

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Ripresa nelle Isole Canarie e Tenerife

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Isole Canarie e Tenerife in ripresa nel 2015Un'anno di sfide e lenta ripresaSono … [Leggi articolo...]

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Banda ultra larga: investimenti per 12 miliardi di euro. Renzi dà i numeri?

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Roma: video d’un autista ATAC spiega i disservizi nei trasporti urbani

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Grecia: Esiste un Nuovo Ordine Mondiale? Cambia la nostra vita?

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Alfano fa quasi tenerezza. Quasi.Ieri mattina guardavo un telegiornale … [Leggi articolo...]

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Una nuova rubrica dedicata a Tenerife Dal momento che ho notato un discreto … [Leggi articolo...]

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Tobin Tax o TTF: una tassa nata male e finita peggio

Oggi ho letto la campagna di sensibilizzazione sulla Tobin Tax o TTF, … [Leggi articolo...]

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Assalto terroristico in Tunisia: Europa se ci sei batti un colpo!

Assalto terroristico in Tunisia Un commando di terroristi ha appena effettuato … [Leggi articolo...]

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I terroristi in casa ce li abbiamo chiamati noi Che cosa carina vedere l'ISIS … [Leggi articolo...]

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