Indice dei contenuti
Aiutiamoli a casa loro: lo slogan
“Aiutiamoli a casa loro!”: quante volte abbiamo sentito dire questa frase negli ultimi mesi?
Quello che in principio era solo una battaglia politica della Lega, uno slogan, alla fine ha fatto breccia.
Siamo, come sempre, sotto elezioni. In questo momento storico, tutti i leader si stanno allineando a quest’idea, perché promette di portare molti voti sicuri.
Effettivamente, adesso che la pensano tutti così, ci sono stati degli effetti tangibili: le ONG hanno smesso di traghettare e – stando alle accuse – di fare tratta dei migranti. Ed è sotto gli occhi di tutti il fatto che, come si è regolamentato un minimo dal punto di vista politico l’intera vicenda, gli sbarchi sono subito crollati.
Quindi, “aiutiamoli a casa loro” è uno degli slogan ad ora più gettonati. Porta voti, porta consensi, porta risultati e risolve il problema… per noi, fortunati abitanti del 10% più ricco del mondo.
Problema migranti risolto, o solo nascosto?
Ma, a pensarci meglio, che problema ha risolto? Ha parzialmente e temporaneamente risolto il nostro problema. Va anche detto che, per il politico medio italiano, risolvere temporaneamente e “metterci una pezza” e un’arte assai diffusa e che consente di sbarcare il lunario fino alla successiva tornata elettorale.
D’altronde non è che l’Unione Europea sia meglio o abbia migliore capacità di analisi. Persino Angela Merkel si è congratulata col ministro Minniti per le sue iniziative, senza guardare ai prossimi anni, senza chiedere i piani ed i progetti a lungo termine per risolvere davvero il problema.
Inoltre, non dimentichiamoci che è l’Unione Europea che ha deciso di nascondere la polvere sotto il tappeto e di lavarsi le mani completamente nei confronti di popoli oppressi e sterminati.
Come classificare diversamente una serie di iniziative tutte volte solo a nascondere un problema epocale? Come si dice dalle mie parti: “occhio non vede, cuore non duole”.
Già all’epoca di Gheddafi l’Italia, maestra nell’arte di nascondere la polvere sotto il tappeto, aveva semplicemente dato al dittatore un sacco di soldi per tenersi i migranti a casa sua e farne quel che voleva. Non importa se quelli poi soffrissero o venissero torturati o uccisi; se vivessero senz’acqua, senza cibo, imprigionati o qualunque altra cosa che si possa immaginare in quelle terre barbare. L’importante era che non si vedessero più i “vu cumprà” in spiaggia. Questo è quel che riguarda la “signora Maria”, elettrice tipo. Le togli il “vu cumprà” da davanti e, per quanto la riguarda, è tutto risolto! Non solo, è pronta a votarti subito! Ci può stare che una signora Maria qualunque possa considerare risolti i problemi in questo modo così semplice. Però è imperdonabile che intere classi politiche seguano esclusivamente il pensiero semplicistico di una persona qualunque.
Se non per cultura, almeno per carità ci vorrebbe un esponente, un intellettuale o un pensatore che invece di essere completamente concentrati su temi di tendenza, radical chic, buonisti o “cattivisti”, guardassero un po’ più in là della punta del loro naso, guardassero alla luna.
Quel che vediamo, invece, è un’Unione Europea piccolo nano politico, che paga il dittatore del momento (che sia Erdogan o il re del Marocco va bene lo stesso) per togliere da davanti gli scomodi migranti e consegnarli all’oblio. Ma quello che per noi è un beato oblio, per gli Africani è un inferno.
È vero quelli che sono arrivati da noi sono in massima parte clandestini, migranti economici, o uno degli altri 1000 nomi più o meno fantasiosi con cui si dipinge una moltitudine che lascia le proprie terre in cerca di fortuna.
Tuttavia chi ha ancora un cervello per pensare e magari addirittura una coscienza, sa benissimo che pagare quattro aguzzini per tenere nascosto un problema non lo risolve, non nel lungo periodo. Sa benissimo che, anche assegnando sulla carta l’etichetta a bassissima priorità di “migrante economico”, quelli continueranno a salpare, a camminare, a morire, a milioni, pur di arrivare dove vedono il miraggio di un futuro non miserabile, anzi, migliore.
Serve una nuova classe dirigente
Deve nascere una nuova classe dirigente, dei nuovi intellettuali, dei nuovi pensatori, dei nuovi giornalisti che non siano completamente collusi col sistema. E vero, a noi “popolino” fa piacere che spariscano i migranti da sotto gli occhi, specialmente perché si vedono dei risultati in termini di sicurezza, economici e di competizione sleale sul lavoro. A politici, intellettuali, giornalisti fa piacere incrementare la propria popolarità, “risolvendo il problema” in modo facile e veloce. Tuttavia ci deve essere qualcuno che denunci che il problema c’è: è temporaneamente nascosto ma non sta sparendo e, come i tizzoni ardenti, se li si abbandona diventano neri ma dentro c’è ancora il fuoco.
Sterminio e sfruttamento sistematico
In questo momento stiamo nascondendo e assistendo ad uno sterminio di massa di Africani tale che, probabilmente, un giorno sarà scritto sui libri di storia. Al suo confronto i milioni di morti causati da Hitler e Stalin saranno poca cosa. Con la connivenza e complicità di tutti i governi occidentali, di quello americano e di quello cinese, sta avvenendo la strage più vasta di tutti i tempi.
Le pesantissime responsabilità delle multinazionali
Le civilissime multinazionali europee stanno essenzialmente continuando lo sfruttamento coloniale come se fossimo tornati al passato. Idem per quella americane. Non solo più diamanti, non solo più oro, non solo più petrolio o uranio. Adesso l’Africa viene sfruttata e spolpata anche per i nuovi minerali quali il Coltan e in genere le cosiddette terre rare. Questi materiali sono essenziali per la produzione di alta tecnologia, di smartphone, di computer e di apparecchiature miniaturizzate in genere. Vengono usati per realizzare i componenti elettronici e sono sempre più richiesti.
É qui che si vede come li “aiutiamo a casa loro”. Non andiamo a offrire lavoro, a stringere partnership, a fondare startup, a progettare uno sviluppo per l’Africa. Non andiamo a restituire un pochino del benessere che abbiamo estratto a forza dal mondo intero ed in particolare dagli abitanti di un continente che ha tanto sofferto. Non finanziano le startup neanche i ricchi, neanche Soros con gli altri cosiddetti filantropi e benefattori, spesso a capo delle stesse multinazionali che beneficiano dello sfruttamento a sangue del popolo africano. No, noi andiamo lì, paghiamo due soldi al dittatorucolo della situazione o, addirittura, causiamo scientemente guerre civili, per poi accaparrarci di tutte le risorse seppur ricchissime del continente africano, senza dare nulla in cambio.
Sono ormai arcinoti gli articoli che descrivono i bambini sfruttati nelle miniere e nelle cave, messi a scavare senza alcuna protezione, anche a 6 anni d’età.
Blood in the Mobile Official Trailer
Uploaded by bloodinthemobile on 2010-08-16.
É anche noto cosa capiti a chi, coraggiosamente, provi anche solo ad indagare su questi fenomeni. Celebre è il caso della giornalista Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, che furono tolti di mezzo senza troppi complimenti, per aver scoperto un traffico internazionale d’armi in Somalia. Celeberrimi i casi di armi vendute dall’Italia anche a “Paesi canaglia” come quelli arabi.
Questo è il nostro “aiutarli a casa loro”. Perché poi, al di là delle parole e degli slogan elettorali, restano i fatti, resta la storia… e i fatti sono quelli.
Nessun politico, nessun parlamento, nessuna ONU o Unione Europea dicono o fanno mai nulla per fermare o anche solo per controllare queste ingiustizie. Sono tutti interessati, o collusi, o parte attiva del problema e, quindi, non della sua soluzione.
Le multinazionali sono il nuovo sovra-potere mondiale. Hanno fatturati superiori ai Paesi che dovrebbero governarle. Non pagano mai le tasse. Legalmente, s’intende. I politici sono sempre disponibilissimi a lasciare “buchi legislativi fiscali” a chi finanzia le loro campagne! Non rispondono a nessuno per i loro crimini ed il loro sfruttamento delle terre e delle persone fino all’esaurimento. Anzi, sono concausa di problemi devastanti come quello della migrazione africana di massa ma lasciano che le conseguenze le scontiamo noi Italiani. Quasi nessun politico italiano e nessun politico europeo sta attivando alcuna iniziativa per andare alla radice del problema. Anzi – e abbiamo vasti elenchi di politici italiani a testimoniarlo – sperano, un giorno, d’essere assunti chi da banche disoneste, chi da multinazionali tanto ricche quanto senza scrupoli.
Sfruttamento e conquista: il nuovo corso politico del governo cinese
A peggiorare ulteriormente le cose, oltre ai cambiamenti climatici adesso sono arrivati anche i Cinesi. I Cinesi hanno letteralmente preso d’assalto l’Africa. Stanno comprando latifondi e addirittura influenzando le politiche nazionali. Hanno imposto loro forze armate direttamente sul suolo africano, stanno costruendo metropoli vuote (per ora), con prezzi d’acquisto assurdamente esosi, da “Europa bene”, non da Africa. Naturalmente, non stanno dando lavoro né pagando alcun residente africano perché, per risparmiare, stanno usando come forza lavoro i carcerati cinesi condannati ai lavori forzati. Non solo, privi di qualunque coscienza sia umana che per la natura, stanno distruggendo boschi, foreste, savane, sterminando specie in via d’estinzione senza nessun problema e senza che nessuno dica nulla. Stanno anche realizzando colture intensive quali ad esempio vasti campi di soia. Tutto questo mentre il mondo intero, a partire dall’Europa, guarda dall’altra parte e parla, parla, e, al massimo, arriva a dire: “aiutiamoli a casa loro”.
Il perché di queste vastissime operazioni cinesi? Stanno pianificando un’invasione (questa sì, per davvero) di centinaia di milioni di cittadini cinesi in sovrannumero. Per i più curiosi, viene di seguito riportato un’articolo di giornale inglese (quelli italiani non vale la pena citarli), che copre l’intero tema con tante foto (per chi non sapesse l’Inglese! 😉 ) e analisi.
Why has China built a ghost town in Africa?
Nova Cidade de Kilamba has 750 eight-storey blocks of apartments But it has no residents, and the £75,000 cost is too much for slum-dwellers...
Un Occidente che guarda dall’altra parte
Il solo sfruttamento nelle miniere di terre rare, ossia una frazione di tutte le attività occidentali in Africa, ha già portato ad alcuni milioni di morti. Pensiamo a quanti altri morti, che non vedranno mai neanche una sepoltura e tantomeno una nota in un telegiornale, saranno causati dagli espropri di massa, dalla distruzione sistematica e completa di tutta la vegetazione che serve agli Africani per vivere.
È vero, qualcuno potrebbe pensare che gli Africani dovrebbero in qualche modo contrastare tutti questi assalti ripetuti da secoli contro di loro, però ormai è plateale la differenza abissale tra la nostra capacità distruttiva e la loro capacità di resistenza. D’altronde cosa è capitato agli indigeni d’America sia del Nord che del Sud, quando sono arrivati Inglesi, Spagnoli e Portoghesi? Milioni di morti, sterminio di massa, riduzione in schiavitù e riserve dove mettere i pochi sopravvissuti. Questo è il destino anche dell’Africa, è inutile “girarci intorno”. Gli Africani sono tanti, però ne stanno morendo tantissimi e nessuno alza un dito. Anzi, siamo tutti contenti del nuovo smartphone o del fatto che ne vediamo arrivare molti meno. Non si vedono più, ma intanto muoiono.
I politici sono contenti, perché adesso verranno eletti. Gli azionisti delle multinazionali sono contenti perché guadagneranno sempre più denaro. A chi importa se morirà qualche centinaio di milioni di persone, in un posto dimenticato e poco importante? Il titolo di questo articolo proponeva una provocazione: “dimentichiamoli proprio”. Forse sarebbe meglio così. Se ci fossimo dimenticati dell’Africa, probabilmente adesso loro potrebbero almeno autodeterminarsi e sopravvivere. Invece, con il grande “aiuto a casa loro” che stiamo portando, stiamo causando morte, miseria, distruzione, inquinamento ed emigrazione epocali. Salvo puoi dare la colpa a loro, ossia quelli che stanno subendo tutto questo. Certo, possono essere antipatici, fastidiosi, magari sporchi, spesso ignoranti talvolta incivili. Ma sono uomini. Mentre noi ci affidiamo a degli assassini. Siamo pronti a difendere, con le unghie e con i denti, i diritti acquisiti del cagnolino scodinzolante, griffato e profumato, ma ancora più pronti a dimenticare quelli di un bambino che vive lontano. Molto lontano.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.